L’arrivo della stagione invernale è sistematicamente segnato anche dall’avvento della sindrome influenzale. Si tratta di una patologia respiratoria acuta, particolarmente contagiosa, che interessa gli organi di introduzione quale gola e naso. In genere, si diffonde nel periodo che va da dicembre a marzo, con picchi nel mese di febbraio. L’incidenza, in ogni caso, può variare di anno in anno. Per non farsi trovare impreparati, però, è bene conoscerne le cause, individuarne i sintomi e intervenire mediante rimedi che aiutino a prevenire o combattere l’influenza stagionale.
Sindrome Influenzale invernale: le cause
La sindrome influenzale è causata da un’infezione delle vie aeree: non solo naso e gola, ma anche polmoni, trachea, bronchi. I principali responsabili sono i virus appartenenti al genere Orthomixovirus. Questi, in particolare, si distinguono in tre diverse tipologie.
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Il virus A colpisce ogni due-tre anni. Sta alla base delle manifestazioni più gravi della malattia. È capace di innescare epidemie importanti, diffondendosi capillarmente tra la popolazione.
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Il virus B appare ogni tre-cinque anni. Causa sintomi più lievi ed è il meno contratto. Là dove si manifesta, però, può dare vita a epidemie rilevanti.
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Il virus C, infine, è il più “conosciuto”. Comporta sintomi leggeri, molto simili a quelli di un semplice raffreddore, destinati a sparire nel giro di qualche giorno.
È doveroso fare una netta distinzione tra influenza stagionale e raffreddore dal momento che traggono origine da virus diversi. I tipi A, B, C, associabili alla sindrome influenzale, possono mutare nel tempo, generando nuovi ceppi. Le variazioni genetiche delle due glicoproteine NA e HA consentono di oltrepassare la risposta immunitaria dell’ospite in relazione a precedenti infezioni. Pertanto, maturare l’immunità assoluta è impossibile. Gli esperti, infatti, sostengono che, a differenza di altre patologie infettive, anche se il nostro organismo sviluppa gli anticorpi necessari alla lotta contro i virus influenzali, non è scontato che, le stagioni successive, sia in grado di difendersi allo stesso modo. A tal proposito, è stato istituto l’Osservatorio InfluNet, coadiuvato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, al fine di controllare e valutare l’efficacia progressiva dei vaccini antinfluenzali.
I virus si possono trasmettere per via aerea attraverso le gocce di saliva che la persona infetta produce starnutendo, tossendo, parlando, a maggior ragione se ci si ritrova in ambienti chiusi e affollati. I virus influenzali, inoltre, sopravvivono a lungo sulle superfici. È possibile contrarli, dunque, anche per contatto diretto con oggetti o parti del corpo degli individui interessati. Il virus, infatti, si deposita sulle nostre mani, e quando ci strofiniamo gli occhi o la bocca, ad esempio, penetra nel nostro organismo e si moltiplica rapidamente, contagiandoci.
Non solo. I virus influenzali passano anche attraverso le mucose. Il sistema muco-ciliare del naso ha il compito di purificare l’aria che respiriamo, trattenendo le particelle infette, ed espellendole, con la tosse o la deglutizione, mediante il canale oro-faringeo. Quando, però, il virus dell’influenza arriva nelle vie respiratorie, riesce a difendersi grazie alle proteine del suo rivestimento. Si attacca così alle cellule della mucosa, penetra e si riproduce. Le cellule infettate muoiono, mentre le particelle virali si diffondono, attivando il processo infiammatorio che sta alla base della sindrome influenzale.
I sintomi dell'influenza stagionale
L’influenza stagionale, solitamente, si presenta bruscamente entro 3-6 ore dal contagio. Tra i sintomi più comuni: naso chiuso, mal di gola, febbre alta, brividi, sudorazione, armi con cui il nostro organismo cerca di contrastare l’attacco virale. Nello specifico:
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la febbre può durare 3-4 giorni. Le temperature elevate (38,5-40 gradi) rappresentano uno dei mezzi con cui il nostro corpo tenta di eliminare i virus, creando così un ambiente ostile per la loro sopravvivenza;
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la tosse è generalmente secca e persistente. Si tratta di un riflesso attivato con lo scopo di espellere virus e batteri intrappolati nel muco, affinché non raggiungano altri distretti respiratori, come i polmoni. La tosse può essere accompagnata da fastidi al petto, a tratti molto forti;
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i dolori muscolari spesso sono molto diffusi, e possono interessare sia arti inferiori che superiori. Ne consegue anche uno stato di debolezza fisica e spossatezza, che si protrae fino a 2-3 settimane;
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il mal di testa, a tratti acuto, si manifesta insieme all’influenza nell’80% dei casi.
Vi sono soggetti, però, maggiormente predisposti a complicazioni, come donne in gravidanza, anziani, bambini tra i 6 mesi e i 5 anni, pazienti con patologie croniche, immunodepressi, o con trattamenti clinici in corso. Ci si può ritrovare, infatti, di fronte a casi di infezioni batteriche a carico dell’apparato respiratorio, che possono portare a bronchite, polmonite, otite, o a conseguenze su sistema nervoso o cardiovascolare (miocardite). Nelle persone diabetiche, la sindrome influenzale può provocare l’innalzamento dei livelli di zucchero nel sangue (iperglicemia). Complicanze meno frequenti sono convulsioni, sinusite, tonsillite, encefalite, meningite.
Prevenzione e rimedi naturali per l'influenza invernale
Per prevenire l’insorgere di sintomi attribuibili all’influenza stagionale, è consigliato seguire alcune norme igieniche che permettono di ridurre il rischio di trasmissione del virus. In particolare, è raccomandabile:
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lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone, soprattutto dopo aver starnutito, tossito, o dopo aver frequentato ambienti pubblici affollati. Bisognerebbe, pertanto, evitare di toccarsi occhi, naso e bocca con le mani sporche. Se non si ha acqua a disposizione, si può ricorrere a gel alcolici;
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coprire naso e bocca quando si starnutisce o tossisce, così da ostacolare la diffusione degli agenti virali al chiuso;
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utilizzare fazzoletti di carta, da gettare subito dopo l’utilizzo;
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mantenere condizioni ambientali adeguate, ventilando le stanze e aprendo le finestre per far circolare l’aria anche per pochi minuti al giorno, così da incentivare la corretta umificazione delle vie respiratorie;
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adottare l’isolamento volontario qualora si avvertano sintomi influenzali o stati febbrili alle prime fasi. In questo modo, non si rischia di contagiare gli altri. Il riposo, inoltre, si configura come la “cura” più efficace.
Inoltre, è doveroso rafforzare il proprio sistema immunitario seguendo corrette abitudini di vita e alimentari. Il suggerimento, a tal proposito, è quello di indossare diversi strati di vestiti, soprattutto nella stagione invernale, coprendo naso e bocca con una sciarpa in caso di cambio repentino di temperatura. Seguire una dieta ricca di nutrienti, come vitamine e antiossidanti, contenuti soprattutto in frutta e verdura. Limitare cibi grassi e zuccherati. Bere molto (acqua, tè, tisane), così da idratare le mucose delle vie respiratorie e renderle invulnerabili all’attacco degli agenti virali. Praticare costantemente attività fisica (almeno 30 minuti, tre volte a settimana), trascorrendo la maggior parte del tempo all’aria aperta. L’esposizione ai raggi solari promuove il funzionamento dei meccanismi di difesa. È un toccasana anche dormire almeno 7-9 ore a notte, per non indebolire l’organismo.
Per curare i sintomi influenzali, è possibile affidarsi anche a integratori e rimedi naturali con spiccate proprietà immunostimolanti.
- I fermenti lattici, probiotici e prebiotici, ristabiliscono la flora batterica che, se in salute, influisce positivamente sulle difese immunitarie e sul sistema respiratorio, prevenendo eventuali infezioni. Si consiglia spesso anche una supplementazione a base di lattoferrina, sostanza che attacca gli strati più esterni della membrana cellulare di virus e batteri e, legandosi al ferro, lo sottrae al loro metabolismo, bloccandone la riproduzione.
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L’Echinacea è un ottimo antisettico. Viene impiegata in caso di influenza, soprattutto quando le infezioni interessano naso, gola e faringe. Rinforza le difese immunitarie.
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L’Aloe Vera è un potente antinfiammatorio. Il succo estratto dalle sue foglie, in particolare, agisce contro diversi virus che causano infezioni al tratto superiore dell’apparato respiratorio.
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L’Eucalipto gode di peculiarità secretolitiche ed espettoranti. Placa i primi sintomi dell’influenza.
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Lo stesso si può dire dell’Acerola. Ricco di vitamina C, flavonoidi e carotenoidi, questo frutto è ideale nella lotta ai radicali liberi e contro qualsiasi manifestazione influenzale.
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Il Sambuco. L’estratto delle bacche, con spiccato effetto immunomodulante, è usato come agente antivirale contro sindrome influenzale e Herpes Simplex.
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L’Eleuterococco (radice e rizomi) è impiegato come tonico in caso di debolezza muscolare, senso di stanchezza, scarsa concentrazione, soprattutto durante il periodo della convalescenza.
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Il Ginseng americano, nei mesi invernali, riduce l’incidenza di influenza e malattie da raffreddamento. Protegge le vie aeree. Ha tratti in comune con il Pino mugo e la Rosa canina, ideali contro le malattie virali.
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Propoli e Pappa reale. Entrambe possono essere considerate come dei veri e propri antibiotici naturali. Intervengono osteggiando virus, batteri e funghi. Rinvigoriscono, pertanto, il sistema immunitario.
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Caratteristiche simili agli Omega 3. Gli acidi grassi polinsaturi, tipici di pesce e semi di lino, attenuano le infiammazioni e agiscono come antiossidanti, al pari dei polifenoli.
Sindrome post-influenzale prolungata: cos'è e come si manifesta
Prova la nostra vitamina D3 e K2
Il periodo di convalescenza successivo all’influenza, meglio conosciuto come sindrome post-influenzale prolungata, può essere caratterizzato da spossatezza e affaticamento cronico. È dovuto principalmente al fatto che il sistema immunitario, compromesso dalla battaglia contro virus e batteri, ha necessità di “riposare” e recuperare le forze. Si tratta di uno stato accentuato in particolar modo nei bambini. Questo perché le loro difese immunitarie sono ancora in fase di formazione.
Non solo stanchezza, ma anche perdite occasionali di memoria, inappetenza, intolleranza allo stress, sonnolenza, riflessi ridotti. Risultano determinanti, in tal senso, i primi due giorni successivi all’abbassamento della febbre. Per contrastare le conseguenze della sindrome post-influenzale prolungata, è indicato strutturare un piano di recupero efficiente, improntato sull’apporto di nutrienti quali vitamine B3, B5, B6, utili a restituire vigore; antiossidanti (Acido Lipoico, Carnosina, vitamine liposolubili) per facilitare la scomparsa di stress ossidativo; aminoacidi (Carnitina, Asparagina, Taurina) che aumentano la resistenza alla fatica; elettroliti (zinco, magnesio, potassio, selenio) che favoriscono l’attivazione degli enzimi legati al metabolismo energetico. Supporti da integrare attraverso l’alimentazione o apposite formulazioni, su consulto di medici ed esperti.
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