Osteoporosi: prevenzione, rimedi e integratori

Osteoporosi: prevenzione, rimedi e integratori

Le ossa possono essere soggette a disturbi che, se non trattati adeguatamente, rischiano di trasformarsi in vere e proprie patologie. Tra tutte l’osteoporosi. In genere, si è soliti associarla alla menopausa. Talvolta, però, sono altre le condizioni che ne determinano la comparsa. Individuarle e intervenire in tempo è indispensabile per non incorrere in risvolti più seri. A tal proposito, alimentazione e integrazione si rivelano due percorsi altrettanto validi per prevenire e curare sintomi e conseguenze tipiche dell’osteoporosi.

Cos'è l'osteoporosi

Il termine osteoporosi significa “osso poroso” e fa riferimento proprio alla porosità derivante dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo e dalla riduzione della densità minerale ossea. Quest’ultima è la misura della quantità di minerali situata all’interno di un centimetro cubo di osso. Detta anche BMD (Bone Mass Density), riguarda la resistenza alle fratture da parte dello scheletro. Se questo valore scende al di sotto della norma, le ossa sono soggette a maggiore suscettibilità e rischiano di rompersi più facilmente.

L’osteoporosi, pertanto, è una malattia sistemica che rende le ossa più fragili e predisposte a fratture, soprattutto con l’avanzare dell’età. In genere, le ossa sono un tessuto vivo. Si rimodellano continuamente, alternando la deposizione di cellule nuove alla distruzione delle strutture più “vecchie”. Fino a vent’anni, la fase di “creazione” cellulare supera di gran lunga quella di riassorbimento osseo. Forza e densità aumentano, salvo poi ridursi progressivamente verso i trent’anni, fase in cui si raggiunge una sorta di “equilibrio”. Man mano che si va avanti, però, il riassorbimento diventa preponderante rispetto alla deposizione, innescando un meccanismo di deterioramento che porta, infine, all’osteoporosi.

L’invecchiamento, quindi, è tra le cause più rilevanti. Ma non è l’unica. Tra gli altri fattori scatenanti, ricordiamo

  • l’abbassamento del livello di estrogeni nelle donne, soprattutto in menopausa, e di testosterone negli uomini. Si tratta di ormoni sessuali fondamentali per il benessere delle ossa;

  • la diminuzione di densità minerale ossea ereditaria;

  • scarsa attività fisica o immobilità dovuta a patologie debilitanti;

  • l’eccessiva esposizione a radiazioni ionizzanti, anche in seguito a trattamenti radioterapici;

  • dieta povera di calcio;

  • alcune malattie che compromettono il corretto funzionamento del metabolismo e l’assorbimento di vitamina D e minerali. La celiachia, ad esempio;

  • l’ipertiroidismo, e la conseguente produzione di ormoni tiroidei al di sopra dei parametri tollerati;

  • l’estrema magrezza, o disturbi come l’anoressia nervosa che porta il tessuto adiposo a produrre più estrogeni del dovuto, con relativi danni per la struttura scheletrica;

  • il consumo di farmaci come corticosteroidi, chemioterapici, antiepilettici;

  • l’abuso di alcol e fumo.

Sintomatologia

La perdita di densità minerale ossea, caratteristica dell’osteoporosi, solitamente è asintomatica. Non genera, infatti, segnali particolarmente degni di nota. Ma predispone al rischio di fratture che interessano specifiche sedi anatomiche come le anche, le vertebre e il polso, in seguito a traumi o cadute, talvolta non gravi. La guarigione, peraltro, è un processo alquanto lungo e tortuoso. Non avviene spontaneamente, e occorre ricorrere a interventi chirurgici riparativi per rimediarvi. La colonna vertebrale, a livello lombare e toracico, nello specifico, può subire fratture da compressione, a tratti dolorose, che possono provocare incurvature e ridurre l’altezza.

In età avanzata, inoltre, i danni causati dall’osteoporosi a livello degli arti inferiori possono generare stati prolungati di immobilità alla base di trombosi venose e polmoniti da stasi (accumulo di secrezioni batteriche ed espansione polmonare), che a volte possono condurre alla morte prematura del soggetto.

Per capire se si è affetti da osteoporosi, è possibile effettuare esami specifici, come la densitometria ossea che consente di misurare la densità minerale, tenendo in considerazione due parametri: il T Score, ovvero quanto il valore di BMD si discosta da quello di riferimento costituito dalla popolazione sana dello stesso sesso e di età pari ai 25-30 anni; lo Z Score, ovvero quanto il valore di BMD si allontana da quello di riferimento rappresentato dalla popolazione dello stesso sesso e della stessa età. Se il T Score si colloca tra -1 e -2,5, allora si soffre di osteoporosi.

Prevenzione dell'osteoporosi: il ruolo della vitamina D

L’insorgenza di osteoporosi pare sia connessa alla carenza di vitamina D. Quest’ultima è un pro-ormone che modula il metabolismo e l’assorbimento del calcio a livello delle ossa e del sangue. Quando la quantità di vitamina D a disposizione si abbassa drasticamente, il tessuto osseo ne risente, diventando fragile e maggiormente predisposto a rotture.

Il primo passo da compiere per prevenire l’osteoporosi è quello di assicurarsi adeguati livelli di vitamina D attraverso un’appropriata esposizione al sole (bastano 30 minuti). La maggior parte del fabbisogno giornaliero, infatti, dipende dalla sintesi cutanea di Colecalciferolo per mezzo degli enzimi regolati dai raggi ultravioletti. Così facendo, si favorisce una più rapida ed efficace fissazione del calcio nelle ossa.

Il sistema enzimatico che determina la produzione di vitamina D a livello endogeno, con l’invecchiamento, si indebolisce. In questo caso, è opportuno affidarsi a una corretta alimentazione e, se necessario, a supplementi integrativi che incentivino l’apporto di calcio e vitamina D.

Alimentazione consigliata per l'osteoporosi

A proposito di dieta. Selezionare alimenti e nutrienti può aiutare a contrastare la comparsa di osteoporosi. Tra i cibi che non possono assolutamente mancare all’interno del proprio programma alimentare quotidiano, occupano un posto d’onore

  • latte e derivati, legumi, cereali integrali, pesce, ricchi di calcio e, in minor misura, di fosforo, richiesto per la sintesi di idrossiapatite, minerale indispensabile per le ossa;

  • fegato di merluzzo e carne di pesce azzurro, funghi, tuorlo d’uovo, scrigni di vitamina D;

  • broccoli, lattuga, cavolo, spinaci, cavolini di Bruxelles, cime di rapa, olio extravergine di oliva, contenenti vitamina K;

  • lenticchie, fagioli, piselli, semi oleosi, quali noci, mandorle, nocciole, caratterizzati dalla presenza di magnesio, responsabile in parte del processo di ossificazione;

  • due porzioni settimanali di carne e di formaggi stagionati, yogurt e uova in quantità misurate. Salumi saltuariamente. Si tratta, in generale, di alimenti proteici da includere nella propria dieta ma con moderazione.

Si consigliano massimo 4-6 porzioni al giorno di frutta e verdura. Da limitare, invece, caffè e tè fermentato. È indicato, inoltre, ridurre o addirittura eliminare alcolici; sale e cibi salati (insaccati, snack, patatine, arachidi, salamoia); zucchero aggiunto e dolci. In questo modo, si evitano stati di ipertensione, e si scongiura il rischio di escrezione a livello renale e malassorbimento intestinale di calcio.

I migliori integratori per l'osteoporosi

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Anche l’integrazione fa la sua parte nella lotta all’osteoporosi. Si tratta di supplementi che se coadiuvati da un’alimentazione sana ed equilibrata, e da uno stile di vita corretto, producono benefici significativi per ossa e strutture scheletriche.

  • Il calcio, in prima istanza, è indispensabile per la crescita ossea. Ne garantisce elasticità e densità. Scongiura i processi di decalcificazione, i crampi e le fratture, sostenendo anche lo sviluppo muscolare. È alleato del sistema nervoso e del metabolismo cellulare, poiché facilita la produzione energetica e l’assimilazione dei nutrienti. Compensare il fabbisogno giornaliero di calcio è fondamentale soprattutto per gli individui in età avanzata, affetti da artrite e/o osteoporosi. Gli appositi integratori tornano utili anche per gli atleti che sottopongono ossa e cartilagini a sforzi continui.

  • In genere, i prodotti a base di calcio sono arricchiti con vitamina D3 che viene sintetizzata a partire dalla vitamina D prodotta dall’esposizione ai raggi solari. Spesso, però, si trascorre molto tempo al chiuso, e a causa di vestiti e creme protettive, è difficile assicurarsi i livelli necessari. Ecco perché entrano in gioco supporti integrativi di vitamina D3 in grado di migliorare le difese immunitarie, la sintesi proteica e la densità delle ossa. Stimola, infatti, l’assorbimento di calcio, ed è consigliata soprattutto per le donne in menopausa.

  • In abbinamento alla D3, è possibile trovare la vitamina K2 che affianca il calcio nel rafforzamento dello scheletro di fronte a sollecitazioni di carico. Col giusto apporto di vitamina K2 si incentiva la polarizzazione dei filamenti delle fibre muscolari, alla base delle contrazioni; si promuove la neurotrasmissione; si regolano alcuni fattori di crescita responsabili della sintesi proteico-muscolare. La vitamina K2 possiede anche proprietà antiossidanti, e se in associazione con fosforo e potassio contribuisce all’assorbimento di calcio nelle ossa.

Conclusioni

Tra le strade da percorrere per prevenire l’insorgere di osteoporosi, c’è l’attività fisica. Esercizi di carico (camminata, aerobica, escursioni), di resistenza (pesi leggeri o elastici) e posturali di equilibrio consentono di ottimizzare la deposizione ossea, la muscolatura e l’allineamento del corpo.

In sintesi, pertanto, si può affermare che l’osteoporosi

  • è una malattia sistemica caratterizzata dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo e dalla perdita di densità minerale ossea. Condizioni che predispongono a fragilità e possibili fratture;

  • interessa soprattutto soggetti in età avanzata, tanto gli uomini quanto le donne in menopausa;

  • è possibile prevenirne i sintomi e le conseguenze attraverso un adeguato regime alimentare che comprenda cibi ricchi di calcio, vitamina D e K, da assimilare anche mediante integrazione. In ogni caso, prima di gettarsi a capofitto sull’uso di supplementi integrativi, è sempre bene consultare il proprio medico di fiducia in grado di consigliare le soluzioni più adatte al proprio stato di salute e al trattamento farmacologico intrapreso.

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