I capillari: spesso sono un cruccio di non poco conto. Soprattutto quando si rendono evidenti sulle gambe, alterando l’aspetto fiorente di donne (e anziani), i soggetti più colpiti da quella che viene anche chiamata teleangectasia degli arti inferiori. Si è soliti sottovalutare la fragilità dei capillari, pensando che le conseguenze di questo disturbo siano solo antiestetiche. In verità, può essere sintomo di insufficienza venosa cronica o ipertensione venosa, nel caso in cui ci si trovi in presenza di un aumento di pressione del sangue nelle vene, da diagnosticare preventivamente, e trattare nel modo più appropriato possibile.
Fragilità capillare: le cause
Le cause scatenanti della fragilità capillare possono essere benigne o patologiche. Alcune possono anche coesistere. Tra le più comuni:
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predisposizioni genetiche;
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deficit nutrizionali. In particolare, può incidere l’eventuale carenza di vitamina C o P;
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momentanee alterazioni ormonali, legate a gravidanza o a fasi premestruali;
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scorrette abitudini comportamentali, come l’eccessiva esposizione al sole, l’inattività fisica, il sovrappeso e lo stress.
Sono meno numerose le donne che, invece, soffrono di capillari fragili poiché affette da altre malattie, quali:
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ipersurrenalismo, consistente nell’aumento esagerato della produzione di ormoni corticosteroidei da parte delle ghiandole surrenali;
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malattie di Cusching, generate dall’abuso di alcuni farmaci, come il prednisone o il cortisolo, quest’ultimo prodotto proprio dalle ghiandole surrenali. Patologie talvolta conseguenti a una neuro neoplasia;
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sindrome di Ehlers-Danlos, causata generalmente dalla difettosa o ridotta produzione di collagene e di altre componenti del tessuto connettivo;
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sindrome di Marfan, intesa come un complesso disordine ereditario riguardante ancora una volta il tessuto connettivo. Colpisce principalmente occhi, sistema cardiovascolare e sistema muscolo scheletrico. Non solo. La sindrome in questione può idealmente distruggere ed interferire pesantemente con la crescita e la funzione di ogni sede anatomica.
La fragilità capillare può dipendere, infine, anche da motivi di carattere iatrogeno, come nella terapia a base di corticosteroidi. Attenzione ad alcune pillole anticoncezionali che, a loro volta, possono accentuare il problema, soprattutto nei soggetti più predisposti.
Con l’avanzare dell’età, i disturbi tendono ad accentuarsi. Oltre i sessant'anni, infatti, la pelle diventa più sottile, i capillari si irrigidiscono, le valvole venose si indeboliscono. Si assiste così a un ristagno venoso molto più acuto, con conseguente aumento della pressione all’interno dei capillari, che, pertanto, rischiano di rompersi con più facilità.
Sintomi della fragilità capillare
Rendersi conto se si soffre o meno di capillari fragili è semplice. Basta osservare alcuni segnali che, solitamente, passano in secondo piano, ma che bisognerebbe sottoporre celermente all’attenzione del proprio medico di fiducia. Tra questi:
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lievi sanguinamenti dei capillari sottocutanei, con formazione di macchie più o meno estese (petecchie, ecchimosi ed ematomi). Segni che possono comparire spontaneamente, oppure in seguito a piccoli traumi;
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ramificazioni rosse, blu o viola più che visibili sugli arti inferiori.
Anomalie riscontrabili sulle gambe, nello specifico su caviglie, parte esterna delle cosce e parte interna del ginocchio. Ma anche sulle mani, soprattutto se sottoposte con frequenza a sforzi fisici eccessivi. Sintomi che possono essere accompagnati anche da:
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dolore e prurito;
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senso di bruciore;
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gonfiore e pesantezza (di gambe e caviglie, ad esempio);
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alterazione del colore della pelle.
Cosa fare per la fragilità capillare di gambe e mani
Per prevenire o contrastare la fragilità capillare, sarebbe opportuno, in prima istanza, curare l’alimentazione. Frutta e ortaggi ricchi di bioflavonoidi sono tra i cibi più utili ad aumentare la resistenza dei capillari, contenendone la permeabilità. A tal proposito, si consigliano due-tre porzioni al giorno di agrumi, prugne, uva o frutti di bosco. Il potassio, poi, aiuta a mantenere un’equilibrata pressione sanguigna, bilanciando il rapporto tra acqua intra ed extra cellulare, e favorendo così l’eliminazione dei liquidi in eccesso. A tal proposito, il suggerimento è quello di dar spazio, nel proprio regime alimentare, a fagioli, bietole, spinaci, zucchine, albicocche secche, susine, patate e avocado. Fagiolini, cereali integrali e lattuga, invece, sono fonti di manganese, fondamentale se l’intento è combattere la dilatazione capillare e alleviare il senso di pesantezza degli arti inferiori. Tra gli altri alimenti che non possono mancare a colazione, pranzo o cena, ricordiamo anche:
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il grano saraceno che, grazie alla presenza di sali minerali come il silicio, tonifica le pareti dei vasi capillari;
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il limone e il lime, fonti di quercitina, rutina ed esperidina;
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la melanzana che nasconde nella buccia un’alta quantità di antociani;
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il pomodoro, con abbondanti dosi di licopene, il celebre pigmento rosso antiossidante che limita i danni prodotti dai radicali liberi sui tessuti dei capillari;
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il pepe verde, spezia ideale perché, insieme ai suoi oli essenziali, fornisce quantità elevate di bioflavonoidi;
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l’olio extravergine d’oliva, in grado di scongiurare la formazione delle placche di colesterolo, che determinano l’irrigidimento e l’indebolimento delle arterie;
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il caffè, che, secondo alcune ricerche scientifiche, incrementerebbe la circolazione del sangue nei capillari. In particolare, pare che la caffeina aumenti del 30% il flusso ematico verso le estremità delle dita. Si innalzerebbe così la pressione sanguigna, ma non la frequenza cardiaca e i livelli di adrenalina o di noradrenalina, neurotrasmettitori conosciuti proprio per la loro capacità di accrescere il ritmo del battito cardiaco.
Se mangiare bene non basta, è necessario ricorrere a integratori specifici per capillari e vene varicose a base di:
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ippocastano, funzionale nel trattamento della sintomatologia legata alla fragilità capillare (gonfiore, pesantezza, stanchezza). Concentrato in escina, riduce l’attività dell’elastasi e della ialuronidasi, enzimi che attaccano l’endotelio dei vasi e la matrice extracellulare;
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mirtillo, potente antinfiammatorio e vasodilatatore. Grazie alle antocianine, blocca i processi di alcuni enzimi che distruggono il collagene e i tessuti elastici di vasi sanguigni e capillari;
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rusco, con proprietà antinfiammatorie e protettive, migliora la circolazione venosa. Le ruscogenine, inoltre, svolgono azione flebotonica, rinvigorendo il tono delle vene e rendendo elastiche le pareti dei vasi. Riducono la permeabilità capillare, causa principale di cellulite e ristagno linfatico;
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vite rossa, con elevato apporto di polifenoli. Indispensabile nella cura di vene varicose ed emorroidi;
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ginkgo biloba, le cui foglie sono spesso consigliate in fitoterapia per curare disturbi riguardanti la circolazione venosa e arteriosa;
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centella, ottimo drenante, e amamelide, carica di tannini e flavonoidi con proprietà astringenti e antiemorragiche.
Si tratta di integratori da abbinare occasionalmente a drenanti naturali (composti da ananas, tè verde, asparago, tarassaco, solo per citarne alcuni), capaci di eliminare le scorie e le tossine; rimuovere i liquidi extracellulari in eccesso; combattere le sovrapproduzioni di molecole radicaliche; coadiuvare le diete ipocaloriche mirate al dimagrimento.
Toccasana contro la fragilità capillare, anche gli integratori a base di L-carnitina, poiché contribuiscono a migliorare il ritorno venoso favorendo la produzione di energia sia a livello del muscolo che del microcircolo. Cardio e vasoprotettore per eccellenza, la carnitina contribuisce al perfezionamento del quadro lipidemico, smaltendo le concentrazioni ematiche di trigliceridi e aumentando il colesterolo HDL.
Infine, potrebbe essere opportuno integrare micronutrienti essenziali, fra tutti l’acido ascorbico. Un grammo di vitamina C al giorno, infatti, contribuisce alla salute del sistema immunitario. Dotata di peculiarità antivirali, disintossicanti e antibatteriche, funge da antistaminico naturale, concorrendo all'assorbimento e all’impiego del ferro e del calcio, e migliorando il metabolismo del colesterolo. In più, la vitamina C promuove l'eliminazione dei metalli pesanti tossici che si assorbono a contatto con l’ambiente esterno, riduce la fragilità capillare e la tendenza alle emorragie e ai problemi vascolari. Accelera la cicatrizzazione delle ferite, e stimola la produzione di collagene. Così facendo, accelera il processo di drenaggio, diminuendo il rischio di cellulite.
Ovviamente, anche lo stile di vita influisce sulla fragilità capillare. Per scongiurare un peggioramento della condizione del microcircolo, è indicato evitare alcolici e fumo. Fate molta attività fisica così da restare in forma, perdere i chili di troppo, e riattivare la microcircolazione. Un consiglio potrebbe essere quello di camminare e andare in bicicletta: si allenano le gambe, ottimizzandone il funzionamento, soprattutto se ci si muove con costanza. Indossate abiti comodi. Se troppo attillati, potrebbero ostacolare la circolazione. Per limitare i disagi dei capillari fragili, potreste anche indossare scarpe comode.
Evitate i tacchi se state in piedi per troppo tempo durante la giornata. Di sera, il suggerimento è quello di tenere le gambe sollevate con l’aiuto di un cuscino per un quarto d’ora/30 minuti. In caso di eccessivo gonfiore, fate lo stesso per tutta la durata del sonno: la circolazione vi ringrazierà. Bagni o docce con acqua troppo calda provocherebbero una dilatazione esagerata. Alternate, pertanto, frizioni con getti di acqua fredda. Scansate le fonti di calore: la troppa vicinanza potrebbe essere controproducente.
Nel caso in cui si avvertano sintomi gravi legati alla fragilità capillare, rivolgetevi a un esperto che sappia orientarvi verso un’alimentazione più adeguata, e consigliarvi riguardo eventuali controlli medici e trattamenti. È sempre bene, infatti, assumere integratori su consiglio del vostro medico di fiducia, onde evitare che questi possano collidere col vostro stato di salute.
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