Proteine in polvere, come scegliere le migliori

Proteine in polvere, come scegliere le migliori

Il mercato dell'integrazione alimentare offre una scelta infinita di integratori proteici in polvere.

Sebbene le tecniche di lavorazione ed estrazione siano nel tempo migliorate, a tutt'oggi purtroppo vengono commercializzati prodotti dalla dubbia qualità.
Tutti conosciamo gli effetti positivi e indispensabili di una dieta iperproteica in termini di aumento o mantenimento del tessuto muscolare durante la dieta dimagrante, ma ciò non basta a giustificare l'assunzione di prodotti a basso costo e pieni di fillers (sostanze riempitive).

In questo articolo ci soffermeremo sulle più importanti proprietà che un supplemento proteico in polvere deve possedere per essere considerato valido dal punto di vista qualitativo e di conseguenza efficace.

Proteine in polvere e valore biologico

Quando assumiamo una fonte proteica alimentare dobbiamo accertarci che la stessa presenti un elevato valore biologico e sia altamente biodisponibile.

Il valore biologico (VB) è un parametro di valutazione delle proteine "plastiche" assunte tramite l'alimentazione. Tale indice, che si esprime con un valore numerico, tiene in considerazione la qualità, la quantità ed il rapporto esistente degli aminoacidi essenziali presenti nei peptidi alimentari.

Questo parametro è indispensabile per stabilire l'effetto sulla sintesi proteica che un determinato alimento può espletare, poichè rappresenta la quantità di azoto effettivamente assimilabile ed utilizzato dall'organismo al netto delle perdita urinarie, fecali, cutanee e di altro tipo.

Tra le fonti alimentari aventi VB più elevato citiamo le seguenti:

  • Uova: 100
  • Latte: 91
  • Proteine della Soia: 74
  • Carne Bovina: 80
  • Pesce: 78

Esistono poi alimenti di origine vegetale possedenti un medio o modesto valore biologico (riso, grano, arachidi, fagioli secchi, patate, etc..) che però, quando combinati tra loro, possono espletare notevole azione plastica rigeneratrice del nostro tessuto muscolare.

Fonti vegetali e aminoacidi "limitanti"

Proprio in relazione a quanto appena affermato, l'assunzione concomitante di fonti protidiche vegetali permette di andare a "sopperire" a quelli che sono gli aminoacidi carenti o assenti del singolo alimento, definiti appunto "limitanti".

Di seguito elenchiamo i fattori limitanti di alcune fonti protidiche vegetali:

cereali, carenti in triptofano e lisina;
legumi, poveri di aminoacidi solforati (metionina e cisteina);
mais, triptofano e lisina;
verdure, metionina.

Come analizzare lo spettro aminoacidico delle proteine in polvere

Questo è un altro aspetto determinante per stabilire la qualità dell'integratore proteico che ci viene proposto. Se ad esempio optiamo per un prodotto contenente proteine del latte, dovremmo assicurarci che lo stesso possieda elevate quantità di aminoacidi ramificati e glutammina.

Il "campanello d'allarme" che deve farci dubitare della bontà della polvere proteica propinata, è dato dall'aggiunta di alcuni specifici aminoacidi o altre sostanze economiche, utilizzate da alcuni produttori poco coscienziosi al fine di elevare la quota proteica del supplemento.

Trattasi di una pratica definita "protein spiking" solitamente messa in atto innestando composti non proteinogenici come il collagene idrolizzato e gli aminoacidi glicina, taurina, beta alanina e creatina, che non hanno ragion d'esistere in una polvere proteica ma che vengono inseriti nella stessa solamente per risparmiare e distorcere la percezione dell'utente al momento dell'acquisto.

Quante volte ci siamo imbattuti in "formule fortificate con..." credendo di trovarci di fronte ad un prodotto nettamente superiore rispetto ad un altro? Bene, quasi sempre siamo stati vittime di un raggiro, dato che l'utilizzo eccessivo delle suddette sostanze a discapito delle proteine nette (e quindi degli aminoacidi) contenute naturalmente nella fonte alimentare non costituirà una valore aggiunto e non sosterrà appieno la sintesi proteica muscolare.

Riempitivi nelle proteine in polvere

Le sostanze riempitive sono composti privi di alcun apporto nutrizionale che sebbene possano essere utili per migliorare l'aspetto sensoriale dell'integratore protidico finito in termini di gusto, cremosità e solubilità, riducono la qualità del prodotto quando eccessivamente presenti.

Tra questi citiamo gli addensanti gomma xantano, farina di guar, l'agar agar e altre sostanze glucidiche tipo le maltodestrine o il glucosio (assolutamente da evitare), che migliorano la palatabilità del prodotto finito rendendolo buono come una bevanda di cioccolata o di una crema o budino.

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