Abitudini sbagliate e regimi alimentari squilibrati mettono a dura prova il nostro organismo e i suoi meccanismi vitali. Il livello di zucchero nel sangue è tra i fattori più soggetti a scompensi significativi. E se i valori di glucosio si alzano repentinamente, si rischia di incorrere in quello che è uno dei disturbi più diffusi: la glicemia alta, che può colpire quasi tutte le fasce di età. Oggi, nel mondo, sono circa 415 milioni le persone che soffrono di diabete mellito. Cifre che, secondo stime recenti, sono destinate a lievitare entro il 2040.
Per prevenire e rimediare al problema, serve intervenire su dieta quotidiana e stile di vita, affiancandovi supporti integrativi utili alla causa.
Glicemia: cos’è?
Le cellule del nostro corpo, per l’attivazione di processi cerebrali e non solo, traggono energia dal glucosio. La sua concentrazione nel sangue è meglio conosciuta come glicemia. È da alcuni alimenti o da lipidi e proteine, che l’organismo assimila e sintetizza glucosio, il cui livello viene regolato da un sistema interno che si serve di ormoni ipoglicemizzanti, in grado di abbassare la glicemia, come l’insulina. E ormoni iperglicemizzanti, che l’aumentano.
I valori medi di un individuo che mangia sano e segue una routine equilibrata, si aggirano intorno ai 60 e i 130 mg/dl nell’arco di una giornata. In caso di digiuno, invece, variano dai 70 e ai 110 mg/dl. Se dovessero sfiorarsi picchi pari a 100-125 mg/dl, o superare i 126 mg/dl, si può parlare di glicemia alta. Tocca, pertanto, intervenire per evitare conseguenze negative, e la possibile comparsa di diabete.
Glicemia alta: le cause
Tra le cause alla base dell’iperglicemia, figura proprio il diabete, scatenato da una cattiva regolazione e/o secrezione dell’insulina. Tra le altre condizioni che, però, possono alterare i livelli di glucosio, è necessario ricordare:
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il consumo esagerato di carboidrati;
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periodi prolungati di disidratazione;
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attività fisica poca o nulla;
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lo stress psicofisico, in seguito a un’operazione chirurgica, un’infezione, una malattia grave. Può succedere così che i valori ematici degli ormoni iperglicemizzanti (cortisolo, catecolamine, etc.), salgano vertiginosamente;
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abuso di farmaci utilizzati per incrementare i livelli di glucosio in stati di ipoglicemia. Tra tutti, i cortisonici, che mimando l'azione del cortisolo, innalzano le concentrazioni sieriche di zucchero nel sangue. Funzione affine all'epinefrina, meglio nota come adrenalina. Da ridurre anche il consumo di diuretici, beta bloccanti, inibitori della proteasi, antipsicotici, e preparati contenenti GH (ormone della crescita), pentamidina, asparaginasi;
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gravidanza. Il diabete gestazionale è uno dei disturbi più frequenti tra le mamme in dolce attesa.
Glicemia alta: i sintomi
Capire se si è affetti da glicemia alta è semplice: basta prestare attenzione ai seguenti campanelli d’allarme:
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sete costante, secchezza della gola e della bocca;
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perdita di peso senza motivo;
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vista appannata;
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stanchezza e affaticamento.
Ma si possono verificare anche sintomi più consistenti, come:
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mal di testa;
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nausea e vomito;
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necessità di urinare più spesso, soprattutto durante le ore notturne;
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infezioni alla pelle o alle vie urinarie (candida);
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alito acetonemico;
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xerostomia, che consiste nella scarsa e alterata produzione di saliva.
Glicemia alta al mattino: perché e cosa fare
Talvolta, i livelli di glucosio nel sangue possono essere particolarmente elevati prima di aver fatto colazione. Questo accade perché appena svegli, a stomaco vuoto, l’insulina si esaurisce rapidamente. Non solo. Tra le 4 e le 8 del mattino, il nostro organismo, nell’atto di prepararsi al risveglio e allo svolgimento delle mansioni quotidiane, è sottoposto a cambiamenti ormonali, capaci di aumentare i valori di glucosio prodotto dal fegato. È il cosiddetto fenomeno dell’alba. Sono più sporadici i casi in cui il nostro corpo, per far fronte alla diminuzione dei livelli di zucchero nel sangue nel corso della notte, reagisce producendo glucagone in quantità massicce, scatenando quello che più comunemente è conosciuto come effetto Somogyi, dal nome del ricercatore che lo ha scoperto.
Per capire se si è in presenza di uno dei tre fenomeni sopracitati, occorre rivolgersi al proprio medico di fiducia; effettuare test specifici per tre giorni, consecutivi o alternati; rivedere il trattamento farmacologico, modificando la tipologia e la quantità delle formulazioni impiegate (se colpiti da diabete di tipo 2, sono consigliati preparati a base di metformina, in grado di limitare la secrezione di glucosio da parte del fegato); fare uno spuntino prima di prendere sonno; svolgere esercizi fisici, suddividendo gli allenamenti in 5 giorni a settimana.
Alimentazione per abbassare la glicemia alta
Dopo aver individuato cause e sintomi dell’iperglicemia, è possibile intervenire modificando in primis l’alimentazione, soprattutto se si è soggetti diabetici. A tal proposito, è fondamentale lasciare spazio, all’interno della propria dieta, a cibi:
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a basso indice glicemico, come frutta poco zuccherata, legumi interi, cereali integrali arricchiti con fibre solubili come l’inulina;
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scarsamente calorici, quali ortaggi del calibro di lattuga, finocchi, zucchine, radicchio;
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fonti di Omega 3 (aringhe, sarde, sgombro, olio di soia, semi di lino, kiwi, uva) e proteine (fiocchi di latte, merluzzo, petto di pollo, ricotta magra, uova). Si tratta di alimenti con azione protettiva, poiché contrastano squilibri glicemici e patologie del metabolismo;
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antiossidanti vitaminici, ideali nella lotta contro i radicali liberi. È suggerito comprendere all’intero della propria alimentazione giornaliera Vitamina A (crostacei, frutti rossi e arancioni, latte), Vitamina C (agrumi come arance, limoni, mandarini, pompelmi, cicoria, prezzemolo), Vitamina E (grano, mais, sesamo), e flavonoidi, contenuti in aglio, cipolla, ciliegie, frutti di bosco, melagrana, caffè, cacao, tè.
È indicato usare olio extravergine di oliva per insaporire le pietanze: i grassi, infatti, ritardano la digestione e l’assorbimento del glucosio, tenendo sotto controllo eventuali picchi glicemici. E se si è ghiotti di vino, è concesso bere quantità esigue di rosso.
A tavola, è bene poi limitare o evitare:
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cereali, pane, pasta, patate, legumi e frutta dolce, alimenti ricchi di carboidrati;
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dolci, cereali bolliti o raffinati, crosta del pane, pizza, snack, bevande gassate e zuccherate, birra, cibi “spazzatura”, con alto indice glicemico, e ipercalorici;
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Formaggi grassi, hamburger, insaccati, panna, salumi, wurstel, hamburger, prodotti da forno e margarina. Grassi cattivi in quanto lipidi saturi e idrogenati.
Per abbassare il carico glicemico, è doveroso consumare 5-7 pasti con porzioni ridotte nel corso della giornata, distribuendo i nutrienti equamente, senza eccessi di alcun tipo.
Controllare e ridurre la glicemia con i rimedi naturali
Se modificare il proprio regime alimentare non basta, ci si può affidare a integratori per il controllo glicemico e altri rimedi naturali che, intervenendo sui livelli di zucchero nel sangue, alleviano sintomi e scongiurano cause. Tra gli ingredienti che spiccano nella realizzazione di formulazioni efficaci, ricordiamo:
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la Berberina, estratta da piante come la Berberis. Questo composto bioattivo potenzia le capacità dei recettori insulinici del tessuto muscolare, contribuendo all’interazione con l’insulina. Velocizza, così, l’utilizzo di carboidrati da parte delle cellule dei muscoli, e abbassa trigliceridi e colesterolo “cattivo”;
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la Cannella. Diversi studi, ne hanno provato i benefici su glicemia, peso e pressione. Potente ipoglicemizzante e ipotensivo, la spezia in questione è stata somministrata per 12 settimane, in dosi di 2 grammi al giorno, a 58 individui di entrambi i sessi, affetti da diabete. La ricerca, condotta in Inghilterra, ha così rilevato una consistente riduzione dei livelli di glucosio a digiuno, e l’abbassamento, entro la norma, di pressione diastolica e sistolica, indice di massa corporea e girovita;
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l’Eucalipto, che, grazie all’azione di polifenoli antiossidanti come i tannini, ostacola la digestione dei glucidi;
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la Galega Officinalis. Mediante alcaloidi ipoglicemizzanti come la galegina, stimola le proprietà dell’insulina, migliora la captazione muscolare del glucosio, incentiva la produzione pancreatica di glucagone e la glicogenolisi a livello del fegato;
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il Ginseng americano, in grado di rallentare l’assimilazione dei carboidrati, favorire il rilascio di insulina e l’assorbimento tissutale del glucosio;
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la Gymnema, toccasana per l’intestino, dal momento che le sue foglie supportano le cellule beta del pancreas nella secrezione di insulina. L’estratto fa sì che l’organismo assimili dosi limitate di glucosio, aiutando nella lotta al diabete di tipo 2;
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il Mirtillo Nero, fonte di principi attivi, capaci di regolare i livelli di zucchero nel sangue;
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il Mirto, che inibisce l'enzima digestivo intestinale alfa-glucosidasi;
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la Momordica, con funzione ipoglicemizzante. Sostiene il rilascio di insulina e ottimizza il metabolismo legato al glucosio. Toccasana contro diabete e patologie affini;
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l’Opunzia. Trattiene e blocca l’assorbimento degli zuccheri nell’intestino, grazie all’intervento di polisaccaridi, come i mannani;
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il Sambuco, con proprietà insulino-stimolanti e ipoglicemizzanti, in quanto scrigno di fitosteroli (beta-sitosterolo) e terpenoidi.
Integrazione che, in ogni caso, dev’essere sottoposta a consulto medico. Specialisti e dietologi, infatti, possono consigliare terapie alimentari o rimedi naturali adeguati alla cura e alla prevenzione dell’iperglicemia, compatibilmente al proprio stato di salute. Il suggerimento, inoltre, è quello di abbinare a dieta e integratori, attività fisica e movimento a sufficienza (la sedentarietà potrebbe, al contrario, contribuire alla glicemia alta); perdere peso se a rischio obesità; controllarsi costantemente, per allontanare l’ombra di disturbi comuni ma altrettanto insidiosi come stress ossidativo, ipertensione, ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia.
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